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REGENLAND-Elogio del buio

di e con

Elisabetta Lauro

 

collaborazione artistica 

Cèsar Augusto Cuenca Torres

 

supporto drammaturgico

Gennaro Lauro

 

luci

Gaetano Corriere, Elisabetta Lauro

testi

Kae Tempest, Elisabetta Lauro

produzione

Cuenca/Lauro

 

coproduzione

Sosta Palmizi

 

sostenuto da

Associazione Invito alla Danza

Progetto vincitore

Borsa di ricerca "FabricAltra"2019

durata

 47' 

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Secondo degli studi della Nasa l'inquinamento di luce artificiale sulla terra cresce del due percento ogni anno, il nostro pianeta è sempre più luminoso e rischiamo che la luce spenga la notte.

 

Viviamo in un mondo costantemente illuminato, i nostri sono volti senza ombre e giorno dopo giorno, ora dopo ora, sfiliamo sulla scia di led e display sfuggendo alla tanto temuta oscurità. Brillanti, radiosi e luminosi siamo i presunti figli della luce, gli amanti del 24h su 24h, il trionfo del Sol Invictus e del predominio dell'uomo sulla natura. Ma siamo anche la generazione che brancola nell'oscurità, un vero paradosso del nostro mondo contemporaneo. Che fine ha fatto quindi il buio? Lo abbiamo relegato nella nostra lunga lista di cose da evitare. È diventato sinonimo di pericolo, di smarrimento e tristezza, ed è stato sacrificato in nome della molto più estroversa e iperattiva luminosità. Poco importa se è nel buio che è possibile notare una stella, se è dal buio che è esploso il nostro universo e se è proprio nel buio che l'uomo ha la possibilità di tornare a se stesso. Il buio intimorisce, non produce ed è pertanto trascurabile. Eppure nonostante lo temiamo per via della nostra atavica paura dei misteri e della morte, il buio è la chiave della nostra sopravvivenza. Esso raccoglie, discerne, consiglia, riposa, unisce e riunisce, è il buio delle veglie e dei racconti, dei ricordi e dei fantasmi; è il momento in cui l'anima parla finalmente all'uomo e gli rivela il peso delle cose dette e fatte, e delle cose non dette e non fatte. Nel buio i rimorsi si abbracciano ai rimpianti, le azioni ci chiedono giustizia e siamo chiamati a tirare le somme; ciò che deve restare resta e ciò che deve andare va. Che sia esso a fine giornata, nelle tappe della nostra vita o nei momenti della grande storia, il buio è il punto focale della nostra evoluzione ed è il momento di trasformazione nel perenne ciclo naturale di morte e rinascita.

© Elisabetta Lauro

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